La vita è come una lunga corsa, qualcuno la fa di fretta, qualcuno distratto, altri attenti e prudenti, ma tutti la facciamo un passo dopo l’altro, un salto dopo l’altro o una scivolata dopo l’altra, come il nostro amico e collega Maestro SINW Luciano Comini, per i più intimi lo “Sdivanatore”, ovvero colui che toglie le persone dal divano!
Nato a Cavalese (TN) e passate le oltre 70 primavere, Luciano ci racconta che è da sempre un appassionato sportivo “praticante” e grande trascinatore, con il suo entusiasmo e la sua passione, per la corsa e lo sci di fondo.

Insieme a tanti amici, nel corso della sua attività, ha già corso e finito, 29 Maratone da 42 km distribuite tra Italia ed estero. Le classiche e più degne di nota ci ricorda che sono state New York, Londra, Berlino, Francoforte, Montecarlo, Losanna… Oltre 1230 km percorsi tutti a piedi, immaginiamo una corsa lungo la nostra penisola che inizia a Torino e termina a Messina!
Luciano vive e si allena a Porto Mant.no in Mantova, nel cuore della pianura padana ai piedi delle Prealpi e proprio vicino alle Prealpi ha iniziato a coltivare anche un’altra grande passione: appunto quella dello sci di fondo.
In questi tempi, nei giorni della merla, dove il freddo e la neve sono il re e la regina dell’inverno, scopriamo che questo “atleta”, amico e collega, ha appena concluso la sua QUARANTESIMA MARCIALONGA!
Luciano ci racconta, con gli occhi emozionati, di quella domenica di dicembre nel 1973, quando con il fratello Franco, podisti già allora ma alle prime esperienze per lo sci di fondo, decisero di “provare” a partecipare alla gran fondo della Marcialonga sulla neve.
“Presa questa decisione da profani o quasi, documentandomi e ascoltando esperienze di amici, residenti ai Masi di Cavalese (paese dei miei nonni materni), mi sono preparato scovando, da un lato i segreti della tecnica sciistica allora molto artigianale, e dall’altro seguendo i consigli sulla resistenza alla fatica. Dopo brevi allenamenti, e partecipando come “assaggio” alla gran fondo della Galopera di “solo” 30 km, svoltasi a Passo Lavazè, mi sono lanciato iscrivendomi alla mia prima Marcialonga: era la 4° edizione del 27 gennaio 1974, per fortuna ridotta quell’anno a soli 50 km. Marcialonga, continua Luciano, dice tutto da sé, “basta la parola” per ricordare la lunghezza di settanta chilometri da percorrere su quegli sci stretti. Ad oggi ho partecipando alle “Gran Fondo” di sci in Scandinavia, come la Vasaloppet, in Svezia, Finlandia, Hito a Lahti, Birkeinerrennet a Lillehammer, ed altre in Svizzera…”

Alla domanda: “Quale Marcialonga ricordi con più piacere?” Luciano risponde deciso: “Certamente dopo 40 edizioni di Marcialonga, ognuna con la propria storia, su di un percorso quasi sempre uguale ma sempre diverse una dall’altra, oggi posso dire che la mia prima Marcialonga, non la scorderò mai!
E ancora abbiamo chiesto: “Quale sfida cerchi ogni volta che decidi di partire per questa gara?”
“Lo spirito con cui affronto ancora oggi, come in passato, questa manifestazione, è una prova di riuscita, non cercando la prestazione migliore a tutti i costi. Ad ogni inizio di Marcialonga, ammetto che vi è ansia, ma un’ansia che riguarda la possibilità di portarla a termine. Per quanto riguarda la sfida con il percorso, la mia preoccupazione è quella di passare “indenne” nelle discese più pericolose, al contrario, la parte più bella, è transitare allo Stadio di Lago di Tesero, dove in queste ultime edizioni mi aspettano i nipotini e famigliari, che con campanacci, mi incitano per darmi la carica nell’ affrontare gli ultimi 20 km. Il mio segreto è prendere la “gara” come lo scorrere dei giorni della mia vita, percorrendo km su km in vista dell’arrivo, ma sapendo, anche e soprattutto, apprezzare quello che ogni km mi mostra: la natura, il paesaggio, l’ospitalità dei residenti e tutte le persone che ti applaudono, e a volte incitano chiamandomi per nome “dai Luciano che ce la fai”! Ogni volta è un viaggio con e dentro di me e grazie a tutto questo, arrivare dopo 40 edizioni al traguardo di Cavalese, ancora oggi, mi emoziona fino a farmi scendere alcune lacrime di gioia e ringrazio ogni volta il buon Dio che mi ha dato la forza di arrivare fino in “FONDO”.
E noi ringraziamo Luciano per questa sua bellissima testimonianza e condivisione che dà senso e valore alle persone, alla connessione con la natura e ci tiene vivi grazie al movimento!
Porto Mant.no 01-02-2023